Un sostegno economico alle donne disoccupate per mitigare il gender gap professionale che il nostro Paese vive atavicamente.
Con l’entrata in vigore del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 7 febbraio scorso, le mamme disoccupate hanno motivo di gioire. Entriamo nel dettaglio di questa misura che solo ora, alla metà dell’anno, sta effettivamente entrando nel vivo.
Come ben sappiamo, il nostro Paese, storicamente e atavicamente, vive una situazione di disparità di genere importante per ciò che concerne l’aspetto lavorativo, professionale e, quindi, anche economico. Le donne – e soprattutto le mamme – rischiano di essere pesantemente penalizzate proprio in quanto mamme. E questo è inaccettabile. Questo bonus dunque, acquisisce un’importanza che va ben oltre il già significativo aspetto economico.
Il Bonus Mamme Disoccupate, un sussidio erogato dall’INPS su domanda presentata al Comune di residenza, ha subito un significativo aumento del 5,4%, portando l’importo massimo mensile a 404,17 euro. Nel complesso, si parla di 2.020,85 euro versati per cinque mensilità. Questo beneficio, disciplinato dall’art. 74 della legge 26 marzo 2001, n. 151, è un assegno di maternità comunale, la cui denominazione può variare a seconda del Comune che lo finanzia.
Conosciuto anche come “assegno di maternità di base”, questo sostegno è rivolto ai cittadini privi di copertura previdenziale o con copertura limitata a un importo specifico, che viene fissato annualmente. Tra i vari aiuti per le famiglie, il Bonus Mamme Disoccupate è un’assistenza destinata alle neo-mamme a basso reddito, spesso senza occupazione, anche se non necessariamente.
È importante distinguere questo beneficio dall’assegno statale di maternità, precedentemente concesso alle madri in condizioni lavorative precarie (ora non più attivo). Mentre l’assegno statale era rivolto a mamme con lavori atipici e discontinui, l’assegno comunale è destinato a madri residenti in Italia, con determinati requisiti ISEE. Per ottenere l’assegno in misura piena, è necessario avere un reddito inferiore a una soglia prestabilita annualmente (20221,13 euro) e non essere già beneficiari di altri assegni di maternità INPS secondo la legge 23 dicembre 1999, n. 488.
La richiesta per questo sostegno deve essere presentata al Comune di residenza entro sei mesi dalla data del parto o dall’ingresso del minore in famiglia. Il Comune procederà poi alla verifica dei requisiti richiesti e all’assegnazione dell’assegno, con un termine ordinario di 30 giorni. In sintesi, l’aumento del Bonus Mamme Disoccupate rappresenta una boccata d’aria per le neo-mamme che si trovano in difficoltà economiche, offrendo loro un sostegno tangibile durante un momento cruciale della loro vita.
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