Un numero davvero elevato di lavoratori, in Italia, può oggi andare in pensione senza badare ai limiti di età. Ecco di chi parliamo.
Non serve essere appassionati di politica per imbattersi in volti di vari schieramenti che si confrontano (e spesso litigano) sul tema delle pensioni. Uno degli aspetti su cui la politica è maggiormente divisa è quello che riguarda le modalità e l’età con cui ritirarsi dal mondo del lavoro. Ma, forse, da oggi ci saranno meno polemiche (o di più, chi può dirlo?) dato che l’INPS ha ufficializzato per una vasta platea di lavoratori la possibilità di andare in pensione senza limiti di età. Ecco chi è compreso nel provvedimento e chi no.
Se, almeno a parole, tutti gli schieramenti politici sono d’accordo sulla necessità di alzare gli importi delle pensioni (anche se questo spesso non accade), ciò su cui spesso si dibatte è l’età in cui andare in pensione. Come detto, da anni si discute e ci si accapiglia su temi come la Legge Fornero e Quota 100.
Il tema delle pensioni, in Italia, è da sempre centrale. Anche perché il sistema pensionistico italiano è tra i più complessi che esistano. E proprio rimanendo in tema di età, sappiate che l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale oggi permette di andare in pensione senza limiti d’età. Ovviamente questa possibilità non è consentita a tutti, anche se, va detto, parliamo davvero un numero elevato di lavoratori.
In pensione senza limiti di età: chi può farlo
A poter usufruire di questa opzione sono i lavoratori impiegati nelle linee di produzione a catena. Ma cosa significa esattamente lavorare in una linea a catena? Ci troviamo nel mondo delle fabbriche. E questa mansione è una specifica attività svolta dagli operai di aziende coperte dall’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, come stabilito dal Decreto Legislativo n. 67/2011. In pratica, sono lavoratori che partecipano a processi produttivi seriati, con ritmi di lavoro predefiniti e compiti caratterizzati dalla ripetizione costante delle stesse operazioni su parti distinte di un prodotto finito.
Un esempio comune di questo tipo di lavoro è quello svolto nelle fabbriche automobilistiche. In questo contesto, gli operai possono sfruttare diverse misure di pensionamento anticipato. La più conosciuta è lo scivolo usuranti, che consente di lasciare il lavoro con 35 anni di contributi, ma solo al raggiungimento dei 61 anni e 7 mesi di età. Tuttavia, esiste anche un’altra via d’uscita meno nota, riservata ai lavoratori della linea a catena: la pensione per i precoci.
A determinate condizioni, un lavoratore può accedere alla Quota 41 per i precoci. Questo significa che, se si accumulano 41 anni di contributi, di cui almeno 35 effettivi di lavoro e almeno un anno versato prima di compiere 19 anni di età, è possibile andare in pensione indipendentemente dall’età. Questo rappresenta un vantaggio significativo per i lavoratori che svolgono mansioni gravose o usuranti.
Va notato che per chi svolge un lavoro gravoso, come quello nelle linee di produzione a catena, la pensione di vecchiaia arriva prima. Questo perché nel 2019, non è stato applicato lo scatto di 5 mesi all’età pensionabile, che è rimasta a 66,7 anni anziché salire a 67 anni. Tuttavia, per molti di questi lavoratori, le pensioni anticipate sono l’obiettivo principale.
Per accedere alla pensione anticipata, è necessario che l’azienda certifichi l’espletamento dell’attività lavorativa usurante. Questo può avvenire attraverso una dichiarazione aziendale o la presentazione di documentazione che attesti l’attività svolta. Tra i documenti richiesti ci sono contratti di lavoro, libri matricola, buste paga e altri documenti pertinenti.